mercoledì 11 maggio 2011

20-22 Aprile – “Sing us a song you are a piano man…”


20 Aprile
Notte tranquilla, a motore; ci sono rimasti solo 100 litri di gasolio e non bastano (e non di poco) per arrivare alle Azzorre.
Questa notte ho fatto il mio turno modulando standard jazz e le ore sono passate velocemente.
A letto è tutto talmente umido che dormo con una coperta sul cuscino e intorno al collo.
Viviamo vestiti 24 ore su 24: è inutile spogliarsi, le lenzuola se ne stanno nel telo antirollio e mi copro con tutto quello che trovo.
Sto scoprendo di avere una “riserva risorse” molto alta, di essere una persona che “non molla” ma non fa di questo una religione di vita e che quando non ce la fa lo dice.
Sto tenendo la barba lunghissima: con tutto questo bianco mi vedo come sarò tra 10 anni…
Un'ultima cosa: ieri sera, dopo aver suonato per qualche giorno l'armonica che avevo da 25 anni - sì, proprio quella che da ragazzo portavo sempre con me e che era finita in un cassetto da molto/troppo tempo – si è rotto un pezzo e ho deciso di darle degna sepoltura in Oceano… “Sing us a song you are a piano man…”

21 Aprile
Buongiorno Principessa!!!
Mancano 206 miglia alle Azzorre: questa notte il tanto invocato e benedetto vento da NW è arrivato (Maurizio noi sappiamo il perché…) e la Freya viaggia tra gli 8 e i 9 nodi costanti.
Tra 45 minuti è il mio turno al timone (via il pilota automatico), il mare è formato, onda e vento tra poppa e giardinetto.
Abbiamo randa piena, genoa tangonato e trinchetta per sfruttare tutto.
Omero dice che questo è “il treno da prendere” e noi lo faremo (“take a train”…).
Certo che io così non ho mai timonato e sono un po’ agitato – qui nel diario cartaceo l’espressione era un poco più colorita – anche perché il Comandante sta cacciando 2 urla a tutti quelli che si avvicendano al timone…
22 Aprile ore 06.50
Sono di turno con Maurizio che avvista all’improvviso in lontananza il pinnacolo di Fajal. Mancano circa 40 miglia secondo il Gps ma è sicuramente terra.
So che può apparire eccessivo ma mi scendono 2 lacrime (ragazzi prima provare e poi giudicare!!!) e a ringrazio silenziosamente Dio con la preghiera che oramai è diventata rito.
Il Viaggio, la mia traversata, è compiuto: ho in carica il telefono perché non voglio perdere neanche un minuto per sentirti.
Ulisse, Leon, Luca…mettila come vuoi ma sono veramente “tornato a casa”

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